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FRANCESCA, TOUSSAINT E… LE CILIEGIE STRANE

Toussaint è un bambino di 11 anni, orfano di entrambe i genitori e vive come ospite presso il centro di Pam Pam in Bénin. Fino allo scorso anno non era mai andato a scuola, finché un suo zio ha deciso di portarlo al centro di accoglienza coordinato da Pére Servais affinché si prendessero cura di lui e della sua istruzione.

Francesca è invece una ragazza di 30 anni, medico della provincia di Cuneo che ha già alle spalle alcune importanti esperienze di volontariato e missioni umanitarie in terra d’Africa. Nel mese di Gennaio 2019 viene a conoscenza del nostro progetto di ‘Adozione Scolastica a Distanza’ e decide di voler partecipare impegnandosi ad offrire il contributo necessario a garantire un anno scolastico ad un bambino in difficoltà.

Tra i tanti bambini in lista di poter essere aiutati ad andare a scuola, Elisa, responsabile del progetto, ha “assegnato”  Toussaint all’impegno promesso da Francesca, facendo in modo che il piccolo potesse essere iscritto a scuola nei termini utili per non perdere l’anno scolastico di formazione.

Così, a Gennaio 2019, Toussaint ha ripreso a studiare proprio grazie al suo ‘angelo custode’

Nel mese di Luglio 2019, Francesca ha deciso di voler ritornare in Africa,di compiere una nuova missione che l’avrebbe portata a conoscere e toccare con mano tutte le realtà e le comunità che nel corso degli anni noi di Friends and Bikers siamo riusciti ad aiutare grazie al sostegno di tanti amici e donatori. Tra i posti che avrebbe visitato, c’era anche il centro di Pam Pam dove, nonostante il periodo di vacanza estivo, avrebbe avuto modo di incontrare il giovane Toussaint.

Questo è la storia della sua personale esperienza, raccontato con le sue stesse parole:

“Era il 1 Agosto quando io ed Alessia siamo giunte a Pam Pam. Era un giorno di festa perché si celebrava la ricorrenza che celebra l’ indipendenza del Paese dalla Francia. Ma a Pam Pam era un giorno come tanti. Siamo arrivate verso l’ ora di pranzo.

Ho subito riconosciuto Toussaint per la sua altezza rispetto alla maggioranza degli altri bimbi. Lui è infatti uno dei più grandi. Subito ho potuto capire il suo ruolo all’ interno del gruppo: è quello che si incarica di mantenere l ordine , di far osservare le regole e tutti lo rispettano. Al contempo ho potuto osservare come sia anche un bambino molto timido: il suo sguardo quando qualcuno più grande di lui gli parlava era sempre rivolto verso il basso e una nota di malinconia appariva sul suo viso.

Il primo giorno è trascorso tra accoglienza, presentazioni, pranzo ed organizzazione del nostro ruolo e delle nostre attività per i giorni di permanenza al Centro. Dentro di me provavo una gioia indescrivibile per averlo incontrato di persona ma ancora non sapevo che forma dare e come manifestare a lui questa mia emozione.

Nei giorni seguenti abbiamo potuto trascorrere ore deliziose con i bimbi proponendogli un’infinità di giochi ed attività che riempivano il nostro cuore. E più cresceva la confidenza più aumentava il mio desiderio di far capire a Toussaint in qualche modo che io ero la sua madrina senza che ciò sembrasse inopportuno rispetto agli altri bimbi, che pure adoravo.

Poi un giorno ho preso coraggio, mi sono avvicinata a lui e gli ho detto che io ero la sua madrina , che ero felicissima di conoscerlo, di sapere che stava bene e che andava a scuola. Gli ho detto che speravo tanto che la sua vita fosse piena di soddisfazioni e che io l’ avrei sempre sostenuto. Quella sua timidezza è diventata ancora più evidente ma sul suo viso è comparso un grande sorriso. Alla mia domanda di cosa volesse fare da grande o quale fosse la sua materia preferita non ha potuto o voluto rispondereu2026 E’stato un attimo perché subito si sono avvicinati gli altri bimbi e siamo tornati al vortice dei giochi tutti insieme.

Da quel momento io ho considerato il nostro rapporto un po’ “speciale” rispetto a quello che avevo con gli altri bimbi e tramite alcuni piccoli gesti cercavo di farglielo capire: una mano tesa, uno sguardo di riguardo, un complimento se lo meritava, un’ attenzione particolare, ma sempre in modo molto discreto.

Poi lui mi ha fatto un grande regalo: un giorno si è avvicinato e mi ha porto una ciotola di frutti, di cui non ricordo il nome, che assomigliano a ciliegie scure dal gusto più neutro. Mi ha detto che le aveva raccolte apposta per me! Il mio cuore si è riempito di gioia e sono state le ciliegie strane più buone che io abbia mai mangiato!

Porterò con me questo ricordo per sempre!

Così come quel suo sguardo malinconico, quella sua insicurezza nonostante la sua altezza, quelle sue piccole macchie più chiaro sul viso.

Ti auguro dal cuore ogni bene del mondo ed io ci sarò sempre per sostenerti! Francesca”